Sergio Liberatore: “Homnya, un nome, un programma”

Incontriamo Sergio Liberatore, ceo di Homnya, il principale polo data, marketing e media in ambito salute, per approfondire le varie attività di questa azienda, che vanta le principali testate giornalistiche rivolte al medico e al farmacista. E molto altro ancora…

Si presenta come la principale “health data marketing & media company italiana”, capace di offrire soluzioni omnicanale e progetti d’informazione medico-scientifica, realizzati per soddisfare le esigenze di sanitari, pazienti, aziende e istituzioni. Un’attività a tutto tondo -come peraltro sottintende il nome Homnya- che comprende l’informazione giornalistica grazie alle principali testate rivolte ai medici e ai farmacisti, oltre a progetti integrati per il settore healthcare e lifescience italiano.

Molte le sue proposte: dalla banca dati dei profesisonisti sanitari, al sell-out totale e censuario della farmacia; dalle campagne d’informazione medico-scientifica ai progetti di omnichannel marketing e alla realizzazione chiavi in mano di eventi, con il coinvolgimento degli stakeholder del settore. Per saperne di più abbiamo intervistato Sergio Liberatore, ceo di Homnya, che vanta un lungo trascorso nel mondo del farmaco e della farmacia.

Un settore di Homnya i farmacisti lo conoscono da sempre: pensiamo a Giornalidea (Farma 7, Farma Mese, Pharmacy Scanner, Panorama Cosmetico), che ora opera assieme con QS Edizioni (Quotidiano Sanità) e alle molte testate mediche di Sics Editore. Quale il valore aggiunto di tale sinergia?
Editoriale Giornalidea è l’ultimo arrivato nel gruppo e va a completare la nostra già ricca gamma di offerta giornalistica. Giornalidea è una casa editrice che attraverso le sue testate storiche si rivolge essenzialmente al farmacista, ma ora con le testate più recenti si rivolge anche al mondo dei medici e a quello dell’industria. Questo perché nella situazione attuale, gli attori del mondo della salute devono essere visti nel loro insieme, soprattutto operare in sinergia. Si pensi, per esempio, a come oggi l’attività del farmacista sia parallela, ma anche integrata a quella del medico: è importante che si parlino, lavorino insieme, comunichino e si scambino best practices. Quindi, con questo ultimo ingresso, le nostre testate raggiungono tutti gli operatori sanitari, con l’idea di mettere tutte le nostre conoscenze e informazioni a fattore comune del settore sanitario. L’offerta è ampia: a partire da Quotidiano Sanità, che si rivolge proprio al mondo sanitario nella sua totalità, fino alle testate specialistiche in ambito medico e a quelle che si rivolgono alle aziende, fornendo informazioni sull’evoluzione del sistema, sulle novità scientifiche, sui nuovi farmaci, sull’attualità professionale, sulla gestione e il marketing.

Poter disporre di un così ampio ventaglio di giornali fa di Homnya la principale casa editrice del settore sanitario. Ma quali i vantaggi pratici per il farmacista?
Il gruppo Homnya, con tutte le testate giornalistiche che ha al suo interno, è diventato di gran lunga il principale polo editoriale nel mondo della salute in Italia. E questo gli permette di parlare al mondo di riferimento con una voce unica, autorevole e allo stesso tempo di dare spazio agli attori principali del mondo sanitario, che possono, attraverso le nostre pagine, avere loro stessi voce per divulgare conoscenze e idee e diventare così autorevoli punti di riferimento nel mondo della salute in cui operano. Chiaramente questo aggiunge alla loro voce anche un peso politico, perché qualsiasi affermazione, giudizio o informazione che viene portata all’attenzione di una così vasta platea nella sanità italiana, da una testata poi giudicata autorevole, diventa anche politicamente significativa. Quindi, attraverso le nostre riviste si possono anche mandare messaggi che vanno a toccare temi a cui la politica può essere interessata, con le relative conseguenze.

Nella galassia Homnya opera anche il nuovo pianeta Pharma Data Factory (Pdf). Quali le sue caratteristiche e quali le opportunità per il mondo farmacia?
In Homnya noi siamo appassionati e devoti all’innovazione: quando facciamo delle partnership cerchiamo di farle sempre con realtà che siano innovative. Il mondo dei dati in farmacia in troppi anni è stato statico, cioè ha fornito sempre le stesse informazioni, con le stesse fonti. Ora, invece, questa nuova società –Pharma Data Factory-, creata un paio di anni fa, ci ha subito interessato, perché ha portato un flusso di dati completamente nuovo, che tutte le aziende farmaceutiche e tutti gli operatori sanitari aspettavano, che è quello del dato di sell-out. Tra l’altro ci riferiamo al sell-out totale -cioè tutto quello che si vende in farmacia, tutto quello che rientra nello scontrino del farmacista- e pressoché censuario: raggiungiamo, infatti, il 95% della copertura delle farmacie italiane.
Si tratta di un approccio assolutamente innovativo -perché non esisteva prima- ottenuto da questa azienda grazie a una Legge dello Stato, il famoso articolo 34 del 2021, che permette l’utilizzo per i farmacisti e per i propri partner dei dati di sell-out, ma allo stesso tempo dà obbligo alle Associazioni nazionali, regionali e provinciali di Federfarma di comunicare il dato aggregato alle istituzioni, quindi al ministero della Salute, ad Aifa, Agenas e così via. Questo permette alle Istituzioni di poter seguire l’andamento dei consumi farmacia in tempo reale, che non è una cosa da poco. È per Homnya motivo di grande soddisfazione e orgoglio, dunque, poter contare su questa partnership, perché Pharma Data Factory apre le porte a informazioni ed elaborazioni assai interessanti e innovative.

Parliamo anche dei progetti integrati che Homnya propone nel settore healthcare e lifescience. Che ci dice, per esempio, delle proposte Data&Insight?
Homnya, come già accennato, è un’azienda health data, cioè tutto quello che facciamo, come si dice nel mondo anglosassone, è data driven e ogni progetto prende vita grazie a data asset fondamentali. I dati, o i cosiddetti big data, si dice che siano l’oro dei nostri tempi: in realtà il dato ha valore non tanto per se stesso, ma per quello che attraverso l’elaborazione del dato si riesce a ottenere. Quello che noi chiamiamo insight, cioè la spiegazione di un determinato fenomeno.
Oggi noi siamo in grado di farlo, grazie ai nostri data scientists, attraverso delle collaborazioni esterne, per esempio con Jakala, azienda italiana, ma presente in tutto il mondo. Con questo approccio abbiamo la possibilità di sviluppare informazioni elaborate di tipo avanzato, che servono ai nostri clienti per agire sul mercato, tali da indirizzare le loro strategie, le loro tattiche e le loro decisioni.

E che cosa invece offrite nell’ambito sia della “communication&brand experience”, sia dell’“omnichannel marketig”?
La definizione di Homnya è quella di “data, marketing & media company”. Vuol dire che abbiamo tre pilastri: prima di tutto la possibilità di accedere ad asset di dati, e ho già parlato dei dati di sell-out della farmacia. Poi abbiamo il più ampio database di operatori sanitari, di cui abbiamo profili molto elaborati, e non sono soltanto informazioni anagrafiche, ma anche quelle che servono per poter suggerire e attivare specifiche azioni di marketing a favore delle aziende farmaceutiche. Infine, con la parte media possiamo espandere e comunicare questo tipo di informazioni anche al mondo esterno.
In questa ottica, il nome Homnya ha un doppio significato: da una parte perché abbiamo tanti moduli da poter sfruttare, dall’altra perché il nostro prodotto principale è la comunicazione omnicanale, che utilizza, cioè, tutti i canali a disposizione per la comunicazione integrata. Quindi in Homnya tutti questi elementi -cioè i dati, il marketing, i media, le riviste, tutte le capacità di creare insight- vengono messi a fattore comune, per gestire in toto la comunicazione di un brand, di un prodotto oppure di un’azienda.

Mi sembra, però, che queste attività interessino più le aziende che la farmacia, non crede?
I nostri principali clienti di queste attività di omnicanalità sono le aziende farmaceutiche, che devono comunicare i loro asset, i loro prodotti, le loro strategie. Essendo, però, una comunicazione che tocca tutti gli elementi del sistema sanitario, coinvolge ovviamente tutti i vari giocatori del sistema e assume rilevanza per ciascuno. Pensiamo al farmacista: oggi il suo ruolo è centrale nel mondo sanitario anche per le aziende farmaceutiche e, quindi, una buona attività e comunicazione diventano efficaci e utili anche per la farmacia. Attraverso il farmacista, poi, passano non soltanto la vendita al dettaglio, ma anche l’informazione e l’educazione del paziente, oltre ai servizi. A me piace parlare di farmacia dei servizi, ma anche di farmacia di servizio: cioè una farmacia che assolve un ruolo centrale nel nostro sistema sanitario, che sia punto di riferimento e di accentramento, ma poi di irradiazione di informazioni, di educazione e di cultura sanitaria.

Parliamo dei vostri partner, cioè Consulcesi Club, Jakala, Morganceutical. Come collaborano e che cosa propongono alla farmacia?
Come già detto, quello che non facciamo in casa volentieri lo raggiungiamo stringendo partnership con attori innovativi. Ho già parlato di Jakala per tutto il discorso degli insight, la creazione di informazioni strutturate che partono dal dato. Queste informazioni sviluppate dai dati le restituiamo anche ai farmacisti che hanno voglia di collaborare con noi, parlo di Associazioni regionali e provinciali o di gruppi di farmacie, e loro le possono poi utilizzare per elaborare strategie di mercato. Recentemente abbiamo firmato un accordo strategico in esclusiva con una società che si chiama Morganceutical, che mette a disposizione delle aziende farmaceutiche propri informatori medico-scientifici o propri agenti specializzati in farmacia. Avere interlocutori ben informati consente al titolare di dialogare meglio e di risparmiare tempo. Infine, Consulcesi Club, che ereditiamo dal nostro capogruppo Consulcesi, è il club di medici, farmacisti e operatori sanitari che ricevono una serie di servizi principalmente educativi, ma anche legali, assicurativi e fiscali. E tra poco altro ancora.

Ci ha spiegato che Homnya è aperta all’innovazione. Quali sono, sulla base anche della sua esperienza passata, le competenze che saranno essenziali al farmacista del futuro? Quali consigli darebbe a un giovane farmacista che intende approcciarsi alla professione?
Io sono medico di formazione e parto dalla mia esperienza per immaginare quello che può e potrà servire al farmacista. Credo prima di tutto che il farmacista debba essere sempre più aggiornato sulle novità. Penso, per esempio, al ritorno di farmaci innovativi in farmacia, che prima erano esclusi dal canale per mero motivo economico. Poi un’altra cosa che suggerirei è quella di credere nei dati, cioè di non basare in linea generale le proprie idee, le proprie strategie o tattiche commerciali soltanto sulla propria esperienza oppure sul trend storico, ma di fare il miglior uso possibile dei dati. E in questo noi posiamo essergli molto utili. Infine, suggerisco di non essere una monade isolata, ma d’impegnarsi verso uno sviluppo sempre più di sinergia e integrazione. Fare squadra -o fare rete, come oggi si dice- è il modo migliore per competere con le catene del capitale e il mercato online.

(di Lorenzo Verlato, Farma Mese n. 3– 2025 ©riproduzione riservata)

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